Mirco Guolo, compleanno in tivù con Mike Bongiorno

17 gennaio 2013 alle 00:25

Ha spento le candeline in televisione, visto da milioni di italiani. Applaudito da Mike Bongiorno che si stupiva come un “umano” potesse spegnere 27 candeline assieme. Privilegi da campione di quiz. E Mirco Guolo per la trasmissione Bis fu uno di quei personaggi che ne hanno fatto la storia.

Quanto sei durato?

20 puntate. In pratica tutto il mese di febbraio del 1984, dal giorno 2 al 29. All’epoca i miei 29.355.000 lire rappresentavano la seconda vincita di sempre.

Bis fu uno dei primi quiz di Canale 5, in onda ininterrottamente dal 1981 al 1990. Con Mike Bongiorno strappato a suon di milioni alla Rai.

Ho un ricordo favoloso di lui. Gran professionista, attentissimo ai dettagli. Anche se all’inizio non c’era verso che imparasse il mio cognome.

Ed in effetti Mirco Guolo era stato ribattezzato da Mike signor GuAlo…

Ludovico Peregrini si arrabbiava con lui per la questione del cognome sbagliato, ma pure per il fatto che a Bongiorno non entrava proprio che io abitassi a Mira: lui la chiamava Brenta..

Come è nata la tua partecipazione al programma?

Non ne sapevo nulla, ha fatto tutto mia sorella. In famiglia sapevano della mia attitudine a risolvere rebus. Una sera rientro a casa, squilla il telefono e mia madre mi dice che “c’è il signor Peregrini di Canale 5”. E cosa vuole, dico. E lì, Antonella mi ha incitato a rispondere dicendo che dopo mi spiegava. Ma ho accettato subito, anche se sorpresissimo.

Nell’immaginario di chi guarda da casa, ti sarai trasferito un mese a Milano

Macchè, quattro giorni in tutto, distribuiti in tre settimane. Abbiamo registrato a novembre del 1983. Una sola volta abbiamo fatto due sessioni filate di registrazioni in giorni vicini ed è stato effettivamente più faticoso. Ma è stata anche la sessione del mio compleanno che mi hanno fatto festeggiare in trasmissione.

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Un mese filato in diretta nazionale. Sarai diventato famoso…

Famoso no, diciamo che ho visto la differenza nel girare per strada. Due episodi su tutti. Il primo: in coda al casello autostradale sono a fianco di un autobus, da cui iniziano a scendere i passeggeri che mi chiedono l’autografo. E poi, un secondo caso a Livorno dove per lavoro ero nella hall di un noto hotel mentre andava in onda una puntata di Bis con me concorrente. Era una processione di gente che mi passava davanti a confrontare quella strana somiglianza tra il campione in carica ed io che ero lì in quel momento.

Il montepremi di Bis veniva elencato in tabelloni che ricordavano le partenze e gli arrivi di una stazione ferroviaria. Dei premi che ne hai fatto?

Come dissi in trasmissione, “mi sono fatto la dote”. Calcolavano il montepremi dando un valore ad ogni singolo premio che veniva accumulato. In realtà poi ci davano buoni spesa per acquistare prodotti in grandi magazzini o negozi legati al gruppo che sarebbe poi diventato Fininvest ed oggi Mediaset. Ma ci siamo anche fatti un bel viaggio.