John Downey, il prof inglese in curva Oberdan
E’ inglese ed ora abita in Svezia. Ha vissuto in sei diverse nazioni cambiando più di 30 diversi indirizzi. Ma se chiedi a John Downey cosa sia per lui Mestre?
Mestre è una parola che descrive uno dei posti più speciali dove abbia vissuto. L’altra estate mi fu chiesto qui in Svezia di condurre una trasmissione radiofonica di un’ora, dove dovevo descrivere la mia vita. Parlai di Mestre con orgoglio ed affetto. Poche persone mi conoscono senza sapere quanto sia legato a Mestre. A loro dico che è la città dove c’è l’aeroporto, che è la più grande città in Europa che non sia Comune o che non abbia una squadra di calcio di buon livello
Ecco, il calcio. Appassionato di football, tifoso del Coventry. Ed anche a Mestre lontano dal calcio non hai saputo starci…
La prima partita di calcio vista in Italia fu a Mira nei primissimi anni ’80, quando un nuovo gruppo ultrà arancione si era appena formato. La prima volta allo stadio Baracca fu per l’incontro Mestre-Mira: non ricordo molto della partita se non una grande croce neroverde piazzata dietro la porta.
Restai folgorato: il rumore, l’odore dei fumogeni, la passione e la tensione dei miei coetanei. Ho partecipato a poche gare in casa, quando decisi che era giunto il momento di una TRASFERTA: quei magici viaggi verso posti ora parte leggendaria della storia del Calcio Mestre. Le più memorabili furono Senigallia, Treviso, Padova, Piacenza, Mantova, Pavia (e pure la sua questura!), Trento (sfortunatamente, non LA GARA). Ero a Modena in un caldo pomeriggio per lo SPAREGGIO. Ero a Venezia per lo 0-3 nel derby (giorno magico!). E andai pure a vedermi Mira-Piacenza in bicicletta. Così come tanti anni dopo, al mio primo ritorno a Mestre (2001, nuovo spareggio contro la Triestina) trovai vecchi e nuovi amici.
Non sei venuto da solo quella volta
No, ho avuto il piacere di portare mio figlio a Mestre per la prima volta quando aveva 12 anni (lui è nato nel 1989). Si sentì il benvenuto in città, trovando subito nuovi amici. (Ancora parliamo tra noi del “Balloon Man” in Piazza Ferretto!). E si sente a casa qui, sia che torni a Mestre con me o per conto suo.
Qualche ricordo particolare della citta?
A Mestre ho visto il Papa nel giugno 1985. Ricordo le auto in “Little Iron Square” o “Piazza Ferretto” che la si voglia chiamare, i negozi ed i bar che si sono succeduti. Ho visto Fabrizio De Andrè in concerto, il film 1997 Fuga da New York all’aperto a Marghera in una calda sera d’estate. Se Venezia ha i campi e le piazze, Mestre ha la ex Lavanderia Militare di via Piave, la Cattedrale di San Lorenzo e (una delle mie preferite) quella del Sacro Cuore in via Aleardi.
Che tutto il mondo ci invidia…. Ma non hai ancora spiegato com’è che John Downey, un bel giorno, arriva a Mestre….
Ironicamente, io arrivai prima a Venezia. Nel 1978 studiavo storia dell’arte alla Warwick University. Il mio primo viaggio a Mestre fu per andare a giocare a bowling in via Bembo ed in una delle poche discoteche che c’erano in città. Preparavo la tesi su “Il ruolo del culto della Madonna nell’arte veneziana”. Siccome avevo bisogno di un lavoro per finanziare i miei studi, iniziai ad insegnare inglese presso la Oxford School di via Costa.
Dove vivevi qui?
Era il 1979 e ricordo che abitavo nei pressi del Supermercato Cadoro in via Miranese. Frequentavo il Bar da Aldo in piazza a Chirignago, dove c’erano molti ragazzi che giocavano con la locale San Giorgio Pallavolo. Ero stato adottato da qualche studente che mi mostrò dove ci si divertiva nei dintorni. Al weekend andavamo a Oriago, Pianiga, Gambarare e in una discoteca a Campodarsego. Stavo imparando anche il dialetto: mi ricordo che, acquistando i biglietti del bus a Mira mi chiesero Gastu sento franchi? o qualcosa del genere. (penso di confondere i ricordi del dialetto, miscelando mestrin, venessian e padovano di provincia).
E adesso, quando capiti da queste parti?
Ho ancora i miei bar e ristoranti favoriti, qualcuno ha cambiato gestione fra gli anni ’80 ed oggi (Da Terzo in Via Olivi è uno di questi). Mi mancano i tramezzini e quando ritorno il Bar Perla o locali simili sono il mio primo obiettivo per cibarmi. Ho vissuto in questa meravigliosa, brutta, sporca, creativa e storica città fra il 1979 ed il 1985. Gli amici che ho trovato restano una parte speciale della mia vita anche attuale. La città è cambiata, lo sappiamo. Tuttavia, ha mantenuto il suo carattere, la sua anima di amorevole, affascinante piazza che esisteva molto prima di altre città in zona. Se Mestre fosse un cane, non sarebbe un CANE DI RAZZA, invece sarebbe un misto di forza, gentilezza e fedeltà. La MIA MESTRE! Ci vediamo presto!
Stefano Pittarello per www.driocasa.it
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THE ORIGINAL
John ha scritto una mail che racchiude un delizioso connubio fra il suo inglese e l’altrettanto suo dialetto para-mestrino. La traduzione non avrebbe reso quanto da lui espresso. Per questo, chi avrà la pazienza di leggere anche il divertente originale meriterà il premio di due risate di gusto.
Mestre is more than just football. Mestre is a word that describes one of the most special places I have lived in. And that is saying something, seeing as how I have lived and worked in 6 countries and at over 30 addresses.
Few people know me without knowing my association with Mestre. I tell them that it is the city where the airport is, I tell them that it is the largest city in Europe not to be a municipality, I tell them that it is the largest city in Europe not to have a top level football club. Last summer, I was asked to give a 60 minute radio show, here in Sweden, I had to describe my life. Of course, Mestre was mentioned, with pride and affection.
I had the pleasure of introducing my son to Mestre when he was about 12 (born 1989). He found himself welcome in the city, and soon made friends. )We still talk about the “Balloon Man” in Piazza Ferreto!). He feels at home here, so much so that as well as visiting it with me, he has also made a few trips to Mestre on his own.
Venice has its Campos and Piazza, but Mestre has the ex lavanderia militare (Via Piave), the cathedral of San Lorenzo and (one of my favourtites) Sacro Cuore in via Aleardi.
Ironically, I first came to Venice. I was studying History of Art at Warwick University. The year was 1978. My first trip to Mestre was to visit the bowling alley and one of the few disco techs that was in the city. (Both long gone!) We spent a term in that “frazione di Mestre”. I planned to do a PhD on “The Role of the cult of the Madonna in Venetian art”. In order to finance my studies, I needed a job, and a chance encounter on a train made me apply to the Oxford School in Via A. Costa. This was 1979, and it meant I moved from Arcella (don’t ask!) to Chirignago, sharing a flat with two other English teachers. OK, I never really lived “in” Chirignago, it was that area close to Ca’Doro in Via Miranese. The bar I most often frequented was “Aldo’s” in the square in Chirignago, and found myself socializing with young people from the countryside, quite a few of whom were involved with San Giorgio Volleyball.
I was “adopted” by some very kind students, who showed me life outside Mestre. Weekends were spent in Oriago, Pianega, Gamberare and dancing at Campo D’Arsego! I don’t think it was “pure Italian” I was learning, either, and I remember buying a bus ticket in Mira, and being asked “Gas tu sento franchi?” or something similar (I think I was confused linguistically, hearing a misture of Mestrin, Venessian, and (Padova) countryside). Those were the days.
I saw the Pope in Mestre, I remember cars in “Little Iron Square”, shops and bars have come and gone. Sadly so have some great friends. I saw Fabrizio D’Andre in concert, I “Fuga da New York” in the open air in a warm summer evening in Marghera. I acted in plays in Chirignago. I taught many adults and young people English.
My first football match in Italy was at Mira, this was early 1980’s and a new “ultras” group had just been formed. My first visit to the Baraca was the Mestre – Mira game, I have few memories of this game but I do remember seeing large black and green crosses displayed behind the goal.
I was hooked: The noise, the smell of the smoke, the passion and the anger of the people my age. I attended a few home games, but decided it was time for a “trasferta”: Those magic trips to places that are now a part of the legend of the history of Mestre football. The most memorable were Senigallia, Treviso, Padova, Piacenza, Mantova, Pavia (and the Questura afterwards!), Trento (unfortunately not THE game), I was at Modena on that hot afternoon for the “spareggio”. I was at Venice for the 0-3 (a magic day!), I travelled to the Mira-Piacenza game by bike.
Since my first trip back to Mestre (2001, spareggio with Trieste) I have also made some new friends, as well as seeing how my ex-students had grown up.
I still have my favourite restaurants, some have changed little since the mid-80’s (Da Terzo, in Via Olivi is one) and bars. Tramezzini is something I miss, and make either La Perla or similar places one of my first “meals” when arriving.
I lived in this wonderful, ugly, dirty, creative and historical town from 1979-1985. The friends I made then still play a very special part in my life today.
The city has changed, we all know that. However, it has retained its character, its soul of this lovable, fascinating place that existed long before other towns in the area. If Mestre was a dog, it would not be a “cani di razza”, instead it would be a mixture of strength, kindness and loyalty. My Mestre, see you again soon!