1980: il commissario Alfredo Albanese ucciso dalle Brigate Rosse
Ad Alfredo Albanese, dirigente della Polizia di Stato, sono intitolati il Parco Bissuola a Mestre e la sede della questura di Venezia. In sua memoria si gioca dal 1981 un torneo di calcio, il Trofeo Alfredo Albanese, nel quale si sfidano rappresentative delle forze dell’ordine e di società municipalizzate od associazioni locali.
Cento giorni prima di morire era stato fra i primi a giungere in Viale Garibaldi, sul luogo dove le Brigate Rosse avevano appena ucciso nel cortile della sua abitazione il vice direttore della Montedison Sergio Gori. Come vice questore aggiunto Alfredo Albanese dirigeva la sezione antiterrorismo della Digos di Venezia, in uno dei periodi più caldi della storia cittadina, con i terroristi particolarmente attivi sul fronte di Porto Marghera.
E quelle indagini, che lo stavano portando a scoprire un traffico d’armi che coinvolgeva militanti dei gruppi della sinistra militante quali Brigate Rosse ed Autonomia Operaia hanno sancito la sua condanna a morte.
Albanese aveva appena 33 anni, era nato a Trani in provincia di Bari. Dai primi mesi del 1976 aveva preso servizio alla questura di Venezia iniziando al Terzo Distretto di Mestre, l’attuale commissariato di via Ca’ Rossa e lavorando a stretto contatto con l’allora capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera.
Il 12 maggio 1980 un commando di uomini armati lo ha atteso nei pressi della sua casa di Carpenedo. In via Comelico, a poca distanza dall’incrocio con via Rielta (e dal parco che gli sarà poi dedicato al momento dell’inaugurazione) non gli hanno lasciato scampo. L’attentato fu poi rivendicato dalle Brigate Rosse con un volantino lasciato a Venezia in un cestino dei rifiuti e confermato con una telefonata alla redazione del Gazzettino.
Albanese aveva ben chiaro di essere a sua volta diventato un obiettivo dei brigatisti, dopo aver condotto con successo numerose operazioni di contrasto al terrorismo in tutto il Nord Italia. La moglie Teresa aspettava il loro primogenito, che nacque pochi mesi dopo e fu battezzato come il padre: Alfredo.
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