1981, Pino Daniele e il concerto tra i lacrimogeni al palasport di Mestre

Pino Daniele al palasport di Mestre (ph. Alessandro Manente)

Pino Daniele al palasport di Mestre (ph. Alessandro Manente)

Dai vapori della memoria di chi ha vissuto quella serata, è facile associare il concerto di Pino Daniele a Mestre con il fumo dei lacrimogeni e scene da guerriglia urbana. Ma ci sono tante storie dietro a quella incredibile serata del 16 novembre 1981 e non necessariamente collegate alla cronaca nera.

Il Pino Daniele che si apprestava a riempire il Palasport Cavergnaghi (non ancora ribattezzato “Taliercio”, il povero ingegnere era stato assassinato dalle Brigate Rosse appena quattro mesi prima) era un 26enne in rampa di lancio, che da un anno aveva conquistato le posizioni più alte della hit parade con i suoi LP Nero a metà e Vai mò ed era tra i musicisti italiani più ascoltati anche nelle radio private che privilegiavano gli artisti di importazione. Le gradinate del palazzetto erano il feudo della Superga Mestre, la squadra di basket che aveva raggiunto in primavera i quarti di finale ai playoff di serie A e viveva un momento magico di passione.

Una grande euforia che permeava un po’ tutta la città che si vedeva finalmente segnata sulla carta geografica, citata al telegiornale nazionale e non più additata come cupo dormitorio o, peggio ancora, città più brutta d’Europa. Ed è un po’ questo lo spirito che spinse a pensare in grande un gruppo di ragazzi poco più che maggiorenni, vere anime dell’associazione culturale Gammamusica. Racconta Alessandro “Bibi” Bozzato: “Eravamo li’ e pensavamo a chi ci sarebbe piaciuto avere come artista. Abbiamo fatto i nomi di Lucio Dalla (ma come si fa? ha fatto la tournée con De Gregori), poi di Guccini (no, e’ sempre qua: ha appena fatto il Candiani e anche il palasport di Venezia, l’Arsenale). Quindi, abbiamo provato con Pino Daniele. Abbiamo visto che sul disco c’era scritto “Willy David Management“, abbiamo trovato il numero chiedendolo alla Sip (la antenata della Telecom) e abbiamo telefonato. Ci ha risposto una certa Patrizia con accento bolognese e qualcuno di noi (non ricordo chi…) ha chiesto: “Senta, vorremmo organizzare un concerto di Pino Daniele, ci fa parlare con il suo manager?”.

Pino Daniele prima del concerto al palasport di Mestre (ph. Alessandro Manente)

Pino Daniele prima del concerto al palasport di Mestre (ph. Alessandro Manente)

La fortuna aiuta gli audaci e Pino Daniele accettò così la data mestrina del suo tour 1981. Il prezzo del concerto fu tenuto decisamente popolare: 5mila lire, che non vanno rapportate tanto ai 2,5 euro che rappresenterebbero il cambio attuale, quanto agli stessi soldi che permettevano allora di vedersi una partita in gradinata o di mangiarsi una pizza margherita con una cocacola. Senza contare quello che per degli adolescenti o poco più non aveva prezzo, ovvero lo stare a contatto con stelle del mondo dello spettacolo. Sufficientemente giovani, pure loro, da vivere il successo con lo stesso spirito guascone di chi faceva loro gli onori di casa. Cristiano Bozzato accompagnava la band al palazzetto: “Ad esempio Tony Esposito non arrivo assieme agli altri e andammo a prenderlo all’aeroporto. Sul cruscotto della mitica Simca che avevamo in dotazione a Gammamusica, il Tony si trovò una serie di penne…Al volo ne prese due e cominciò a improvvisare il ritmo su un pezzo che stava andando sulla radio…”.
Un piccolo intermezzo. Non era la prima volta che Pino Daniele veniva a suonare a Mestre. Due anni prima, nel mese di maggio del 1979 alla vigilia delle elezioni europee, la sua prima esperienza mestrina in un teatro tenda allestito in Piazzale Candiani viene così descritta da Virgilio Biscaro, all’epoca speaker di Radio Mestre Centrale, all’interno del suo blog Raritalia http://digilander.libero.it/raritalia/pino.htm : “Si trattava di un concerto organizzato da un partito politico. La serata prevedeva un concerto di Claudio Villa, Gino Paoli, Napoli Centrale e appunto Pino Daniele. Si era in campagna elettorale e la serata oltre al concerto prevedeva che con poche migliaia di lire si potesse anche mangiare pasta e fagioli,costicine,salsicce e polenta.Tutto era organizzato alla perfezione per un evento di successo a parte un piccolo dettaglio: si erano dimenticati di pubblicizzarlo… Quindi la serata si svolse di fronte ad una trentina di paganti più gli organizzatori. Che alla fine dei concerti svendettero anche il cibo per la somma di lire 500 menù completo… Rimasi affascinato da quei quaranta minuti sul palco, il giorno dopo andai ad intervistarlo in un alberghetto di Marghera. Pochi giorni dopo era in televisone, in una trasmissione che commentava i voti delle europee. Qualche mese dopo “Je so pazzo” , “Je sto vicino a te” le conoscevano tutti. Pino aveva sfondato e dal quel momento è storia nota a tutti”.

Alphonso Johnson e Tony Esposito al concerto di Pino Daniele (ph. Alessandro Manente)

Alphonso Johnson e Tony Esposito al concerto di Pino Daniele (ph. Alessandro Manente)

E’ questo il Pino che Mestre fremeva di ascoltare, pur essendosi esibito anche nel 1980 con il tour di Nero a metà. Il giornalista (e musicista) Michele Bugliari ha ricostruito così sulla Nuova Venezia http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/01/05/news/pino-daniele-e-quel-concerto-a-mestre-disturbato-dagli-autonomi-1.10611951  la particolare evoluzione della serata. “Erano gli anni “caldi” della contestazione e di “Autonomia operaia” che in Veneto aveva alcune roccaforti. Pino Daniele stava cantando con la sua band mentre fuori c’erano gli autonomi che tentavano di entrare senza pagare il biglietto: era l’ultimo periodo delle così dette “autoriduzioni proletarie“.

La polizia tentò di disperdere ed allontanare dal palasport gli autonomi con i candelotti lacrimogeni. Alcuni militanti però riuscirono ad afferrare dei candelotti e a gettarli all’interno del palasport. E nella prosecuzione dell’articolo Bugliari linka la registrazione di Virgilio Biscaro con l’audio originale di Pino che canta, del panico in sottofondo che si era creato quando il gas lacrimogeno si era diffuso nel palasport pieno sino all’orlo.

Luciano Callegaro ricorda su Facebook come si fosse trovato nel bel mezzo della bufera: “Io ero con il servizio d’ordine e m’ero appostato su una delle uscite sul retro assieme al vicecommissario e ad altri poliziotti in borghese. Quando incominciò il concerto arrivarono centinaia di giovani che volevano entrare gratis. Si accalcarono ove potevano e facevano pressione per entrare. Molti di questi giovani erano arrivati da Padova e Pordenone… Dissi al poliziotto che mi sarei allontanato per evitare provocazioni e lui mi seguì. In quel mentre dall’alto, uno di quelli che volevano entrare gratis e che protestavano d’aver fatto tutta quella strada per niente lanciò ai miei piedi un lacrimogeno che incominciò a fumare. Un poliziotto in borghese dette un calcio al lacrimogeno che finì nel piazzale. Da quel momento è scoppiato il finimondo. Lacrimogeni che volavano da tutte le parte e i cumuli di sanpietrini sparsi ovunque diventarono armi improprie in mano ai giovani che non volevano perdersi il concerto”.

Karl Potter e Joe Amoruso al concerto di Pino Daniele (ph. Alessandro Manente)

Karl Potter e Joe Amoruso al concerto di Pino Daniele (ph. Alessandro Manente)

Il clou delle contestazioni avvenne mentre la band suonava le note di “Che te ne fotte”. Pino la cantava, invitando il pubblico alla calma inframmezzando la canzone con le frasi “Assettateve nu poco. Sediamoci un po’. Vinciamo sempre con la musica, non vi preoccupate”. Chiudendo il pezzo, come si sente dalla registrazione, aggiunse “Speriamo che non ci caghino più il c…o e che possiamo suonare senza che nessuno si faccia male”. Era decisamente più teso di quando, passando dal primo al secondo pezzo della serata, disse al pubblico: “AVETE CAPITO CHE E’ NAPOLETANO?“. Fu davvero bravo ad evitare che il concerto diventasse una tragedia, aiutando il servizio d’ordine e la polizia a riportare la calma dopo una vera battaglia.
Un anno dopo, nel 1982, Pino Daniele tornò a Mestre con il tour del suo disco successivo, Bella ‘mbriana. La sua band era composta da Joe Amoruso, Karl Potter, Alphonso Johnson, Mel Collins, Tullio de Piscopo, Tony Esposito e Jeremy Meek, che le foto di Alessandro Manente ripropongono sul palco del Palasport Cavergnaghi. Fuori, tutta un’altra atmosfera: non la fila unica del concerto precedente ma tre, minuziose, serie di controlli all’entrata. Questa volta tutto filò liscio, lasciando solo il ricordo della grande musica di Pino.

 

 

 

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