1955: l’incendio dell’autorimessa Brusutti dalla matita di Walter Molino

20 gennaio 2016 alle 18:48

Maggio 1955: in piena notte un furioso incendio divampa nell’autorimessa della ditta di trasporti “Brusutti” fra via Piave e via Caposile. Le fiamme divampano in breve tempo, scatenate da un corto circuito del sistema elettrico di un autobus di produzione italiana custodito nell’ampio garage della società.

Si vivono momenti di grande drammaticità: la rimessa è collocata a ridosso di numerose abitazioni ed il rogo minaccia di attaccare gli appartamenti dove stanno riposando le famiglie, in un primo momento non consce di quanto stia accadendo. Il racconto di quei concitati momenti ed un’immagine intensa come la sapiente matita del disegnatore Walter Molino sapeva dare, lo traiamo dalla copertina della “Domenica del Corriere“, l’edizione domenicale del quotidiano milanese che per il dì di festa tendeva a trasformarsi in rotocalco settimanale raccogliendo alcuni dei più importanti fatti accaduti, in Italia e nel mondo.

L’autobus a due piani ideato e costruito a Mestre alla fine degli anni ’40 (ph. Fondazione Brusutti)

Nessuna vittima, dunque e feriti lievi. Nel rogo di quella notte andò invece persa una grande fetta dell’archivio storico della Brusutti, impegnata dall’inizio del’800 nel trasporto privato delle persone, missione che continua ancor oggi ma che all’epoca viveva i momenti nascenti di un boom che l’avrebbe vista contare fino a 300 dipendenti. I Brusutti nel dopoguerra ampliarono i loro servizi proponendo il trasporto degli operai verso i nuovi stabilimenti di Porto Marghera ed inoltre si specializzarono nel collegare Mestre e il veneziano alle località turistiche di montagna.

L’incendio dell’autorimessa, oltre a danneggiare irreparabilmente gli immobili, distrusse 6 autobus, fra cui la prima corriera a due piani totalmente ideata e realizzata nelle officine Brusutti pochi anni prima. Un vanto nazionale per l’epoca: il moderno bus (la cui base era un vecchio camion militare americano dismesso dopo la guerra) era il preferito dalla clientela che iniziava a conoscere le gioie delle vacanze in montagna, con la possibilità di vedere bene i paesaggi dal tettuccio panoramico del mezzo.

Walter Molino ha raccontato per più di trent’anni con le sue vignette (chiamarle così risulta riduttivo per disegni di altissima qualità) quanto accaduto in Italia. Soprattutto fatti di cronaca e di sport, per una passione che ha coltivato poi fino ad un’età assolutamente matura anche in periodici più di svago quali il “Monello” e l'”Intrepido”.