Eddy Bellotto, l’eroe di Wembley a Subbuteo

18 maggio 2013 alle 14:15

Foto tratta dal Guerin Sportivo, 1977. Eddy Bellotto a fianco di Keegan e Hughes

Per fare un paragone aggiornato, è come se fosse stato immortalato dal più prestigioso settimanale sportivo al fianco di Rooney e Lampard. La crema del calcio inglese, quanto Kevin Keegan ed Emlyn Hughes rappresentavano nel 1977. Baronetti del Liverpool e della nazionale inglese.

Keegan, la Thatcher e Hughes. Foto di Sky News

Un onore riservato solo ai vip: come dire, Edoardo Bellotto da Mestre come Margaret Thatcher. (vedi foto a destra)

E lui, universalmente conosciuto come Eddy era con loro. A casa loro, allo stadio di Wembley. E tanto onore era legato al fatto che il mestrino Bellotto era uno degli elementi di punta della nazionale italiana di Subbuteo, il calcio a punta di dito. Che viveva all’epoca un momento di grande successo internazionale.

Collezione di articoli di Edoardo Bellotto, 1977

Le foto con Keegan e Hughes ce le hanno fatte in occasione di un’amichevole che abbiamo giocato nel novembre del 1977 contro la fortissima nazionale inglese. Abbiamo giocato in concomitanza con la partita di calcio dell’Italia per le qualificazioni ai mondiali. A calcio si perse 2-0, noi vincemmo 3-1.

Ci portarono a visitare Wembley qualche giorno prima della partita. Spogliatoi di entrambe le nazionali già preparati con tanto di magliette di ogni giocatore e poi passeggiata in mezzo al campo e sugli spalti. Ci hanno fatto sentire dal centro del campo la registrazione del tifo inglese…da brividi. Abbiamo conosciuto i giocatori della nostra nazionale. E poi ci hanno pure portato a vedere la partita.

Collezione di articoli di Edoardo Bellotto, 1978

Non fu l’unico viaggio da “atleta”..

Sono stato un’altra volta in Inghilterra, l’anno successivo in occasione dei campionati mondiali, dove mi sono classificato terzo ed ha vinto il mio compagno Piccaluga. Con lui ricordo che nelle notti che precedettero il giorno di inizio ci siamo allenati sulla moquette della stanza d’albergo… Poi ricordo un altro viaggio in Belgio per un’amichevole. Il resto delle partite con la nazionale le ho giocate in giro per l’Italia.

Il Subbuteo negli anni ’70 è stato realmente un fenomeno di massa. Tu come ti sei avvicinato all’agonismo?

Collezione di articoli di Edoardo Bellotto, 1978

Il primo Subbuteo lo abbiamo comprato in 4 amici e giocavamo con le due squadre che erano inserite nella scatola. Giocavamo dappertutto ma sempre sui pavimenti. Dopo qualche tempo siamo venuti a sapere che c’era a Mestre un club iscritto alla Federazione Italiana…emozionatissimi ci siamo iscritti e ci hanno fatto fare un test per accedere. All’inizio mi allenavo e giocavo in casa, mia e di amici. Poi è nato il mitico S.C. Jagermeister Mestre e ci trovavamo in un club in via Fiume. Eravamo più di 100 iscritti !!! A livello di club abbiamo vinto tre Campionati Individuali e un terzo posto ai mondiali, come squadra, un campionato italiano di serie A e una Coppa Italia.

L’armata mestrina del Subbuteo. Ed una carriera, la tua, che sembra finita. Invece…

La “carriera” è finita pian piano per mancanza di voglia e altri interessi sopravvenuti. Ho fatto solo qualche partita in Nazionale ma credo di aver smesso di fare tornei verso il 1987. E’ ricominciata nel 2009 quando, avendo trovato un’ottima sede, io e alcuni storici subbuteisti, abbiamo pensato di provarci. Tutto molto più complicato e sembrava impossibile riuscire ad ottenere anche dei mediocri risultati ma tutto sommato ci divertiamo e lo scopo era quello. Invece siamo riusciti in due anni ad arrivare dall’Interregionale alla serie C nel campionato a squadre. Individualmente abbiamo fatto qualche buon risultato…fino al mio terzo posto agli ultimi campionati italiani…miracoloso.