“Bibi”, lattaio per mezzo secolo in via Gozzi
“La latteria di Bibi”. Per quasi mezzo secolo punto di riferimento per i residenti di via Gozzi, a pochi passi dalla prima chiesetta del Sacro Cuore, poi sconsacrata e divenuta cinema parrocchiale. Collocata all’angolo di via Aleardi in mezzo ad altri due negozi di prossimità: quello del fruttivendolo Ferruccio ed il panificio gestito da Artemio e Maria.
La lunga storia della latteria di Bibi inizia nel primo dopoguerra, come ci racconta la figlia Simonetta.
“Fu aperta esattamente il 6 maggio 1950. La proprietaria del negozio era mia nonna paterna Ermengilda Chinellato anche se il negozio fu sempre gestito da mio padre Attilio Cazzador e da mamma Maria Pia”. Il negozio fu chiuso definitivamente nel 1994″.
Ma perché è stato sempre chiamato “Bibi”?
“Tutti conoscevano i miei genitori non come la famiglia Cazzador ma come i “Bibi“, soprannome risalente al bisnonno di mio papà. Purtroppo il significato dei due soprannomi non sono riuscita a scoprirlo, ma so per certo che una volta ad ogni famiglia ne corrispondeva uno. I “Bibi” risiedevano tutti nella zona di Piazza Barche, mentre le origini della mia nonna paterna erano in Via Casona e lei portava come soprannome “Venturetti“.
Anche i nonni furono coinvolti nella gestione..
“C’è una foto che ritrae mio nonno paterno Amedeo a fianco di un’Apecar strapiena di bottiglie. L’Ape serviva per consegnare ogni mattina il latte nel nostro quartiere, sia ad alcune famiglie che all’Hotel Ambasciatori in Corso del Popolo od al deposito delle corriere ACNIL (ora ACTV) di via Torino.
Negli altri scatti ci sono mio padre e mia madre alla tenera età rispettivamente di 17 e 15 anni. Non potrò dimenticare le frittelle fatte dalla mia nonna alle 5 del mattino che la mia mamma offriva ai clienti ogni anno a Carnevale, ma anche i pomeriggi che trascorrevo con la mia mamma in negozio solo per farle compagnia, pomeriggi che passavano in un attimo proprio perché c’era sempre qualcuno che ci veniva a trovare solo per fare quattro ciacole“.
Un aspetto dell’importanza sociale delle botteghe di quartiere, luoghi dove i rapporti personali non erano assolutamente freddi o superficiali
“La latteria fu un punto di riferimento per moltissime persone del quartiere non solo per i prodotti che offriva ma anche per l’amicizia che sia era creata con molte mamme che dopo aver accompagnato i propri bimbi a scuola si fermavano a fare quattro chiacchiere con i miei”. E che ancora oggi ricordano con grande affetto Bibi e Maria Pia.
Tutte le foto sono state fornite dalla famiglia Cazzador
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