Dino Panzanato e la “tentata decapitazione” di Boninsegna
“Ogni volta che riguardo questa foto, penso sempre che chi l’ha scattata quel giorno mai e poi mai sarebbe riuscito a rifarla uguale. Sembra che siamo in posa da quanto perfetta è venuta. Perchè io a Boninsegna l’ho solo sfiorato, il mio calcio era assolutamente sotto controllo”.
Definire “storica” quest’immagine è il minimo. E Dino Panzanato, il calciatore in divisa bianca che sembra tentare con successo la decapitazione del centravanti avversario, la riguarda divertito per la milionesima volta. Una foto che risale al 21 marzo 1971: Inter-Napoli si gioca a San Siro ed è uno dei crocevia per la lotta allo scudetto che vede Milan e Napoli in testa dall’inizio del torneo, con l’Inter ad inseguire dopo un inizio stentato ed una rimonta esaltante. Panzanato è alla sua ottava stagione fra le fila dei partenopei (quattordicesima delle sedici in totale che lo hanno visto protagonista in serie A tra Vicenza, Inter, Modena e Napoli) e il suo diretto avversario di giornata, Roberto Boninsegna, lo conosce molto bene. Lo ha già marcato quando giocava nel Varese e nel Cagliari prima di affrontarlo con la maglia dell’Inter. Quel giorno di marzo, il Napoli venne sconfitto 2-1 dopo essere stato in inizialmente in vantaggio. Panzanato vide Boninsegna segnare un rigore e quel goal incredibile che la foto testimonia, raccogliendo di testa una punizione di Corso ed anticipando d’un soffio l’intervento di Panzanato.
Dino, ma l’ha colpito Bonimba?
“Assolutamente no! E’ arrivato appena prima di me sul pallone ed ha segnato un gol impossibile. Ma è tutta una questione di angolazione dell’inquadratura: come dicevo, sembra davvero che il fotografo l’avesse studiata con noi d’accordo nel metterci in posa. Ma già dal filmato che ci riprendeva dalla metà campo si poteva intuire che non l’avevo colpito. Eravamo anche amici con Bonimba”.
Due altre inquadrature dimostrano come l’impatto sia stato sfiorato. Boninsegna in una puntata del programma “Sfide” a lui dedicata, disse:
“E faccio un gol di testa che rischiai la vita con un piede di Panzanato a due centimetri dalla tempia”
Dino Panzanato, conosciuto nella sua Favaro Veneto come “Titta“, mosse i primi passi nella Mestrina. Adocchiato dagli osservatori del Lanerossi Vicenza, giocò nel capoluogo berico quattro stagioni esordiendo in serie A. La grande occasione sembrava il passaggio alla Grande Inter del mago Helenio Herrera, ma la troppa concorrenza in difesa gli consigliò il trasferimento dopo appena tre mesi a Modena. E fu la sua fortuna: un ottimo campionato, l’interesse del Napoli ed il grande feeling con la maglia azzurra e con la città partenopea dove rimase per otto stagioni e vi concluse pure la carriera da giocatore. Anzi, più precisamente da stopper.
“Era un calcio meno veloce ma molto più tecnico. Schemi e tattiche potevano cambiare, ma la marcatura a uomo era rigida. Ero un numero 5 che seguiva attento il suo numero 9. Non li mollavo facilmente i centravanti e difatti contro di me hanno segnato poco”.
Ma c’è qualche attaccante che ha sofferto di più?
“Quello che in assoluto mi ha fatto più penare è stato in realtà un mio compagno di squadra: in allenamento al Lanerossi Vicenza c’era Siciliano che mi faceva impazzire nella marcatura. Tra i grandi attaccanti che ho affrontato in carriera penso a John Charles ed a Milani. Però dico Anastasi come punta di movimento che ho avuto più difficoltà a marcare. Mi portava in giro continuamente, durissima contro di lui”.
Difensore corretto, ammonito con poca frequenza. Però una volta fu squalificato per 9 giornate. Come successe?
“Fu durante un Napoli-Juventus del 1968. C’erano state delle provocazioni in campo al mio compagno Omar Sivori, continuamente stuzzicato da Favalli. Sivori nel finale di gara non ce la fece più a sopportare e reagì, venendo espulso. Una decisione che fece scoppiare un parapiglia con l’arbitro che decise di espellere anche me e Salvadore della Juve, oltre al mio allenatore Chiappella. Ci fu un seguito verso gli spogliatoi. So solo che alla fine il giudice sportivo squalificò me per 9 giornate (in primo grado erano addirittura 11) e Sivori per 6”.
(Gli amici, che a qualcosa servono, hanno meno problemi a ricordare quello che un gentiluomo come Panzanato farebbe fatica ad ammettere: ovvero il “che ben che go fato, ciò!” al racconto davanti a un buon bicchiere in compagnia del “cartone” che avrebbe rifilato ad un Sandro Salvadore che rientrando negli spogliatoi avrebbe continuato a provocare il suo ex compagno Sivori. Titta ha difeso Omar, questo il succo della disfida).
Articolo pubblicato il 15 dicembre 2013
Il link della trasmissione “Sfide” dal sito Rai (la sequenza del goal è al minuto 39’30” http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-948dcbc3-024f-495a-b5ad-0eb409cfd1c2.html
Per saperne di più sulla carriera di Dino Panzanato
http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Panzanato
La photogallery di Marco Parente dell’intervista a Dino Panzanato
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