Francesco Zorzi Muazzo, il patrizio che svernava nella “Versaglies” del ‘700

LIBRI francesco zorzi muazzoAmava la vita sregolata, tanto da campare appena 43 anni fra il 1732 ed il 1775. Era la disperazione dei parenti che erano giunti a farlo ricoverare in manicomio.

Ma Francesco Zorzi Muazzo, bizzarro patrizio veneziano, fu riscoperto dagli studiosi per aver redatto un singolare vocabolario che, partendo da singole parole dialettali, arrivava a spiegare la sua visione personale di Venezia, dei suoi costumi e di vari aneddoti.

Gli antichi manoscritti sono stati integralmente ripresi e pubblicati prima da Paolo Zolli e più recentemente dal linguista Franco Crevatin. Maggiori dettagli sul libro più recente si trovano al link  http://www.cini.it/publications/raccolta-de-proverbi-detti-sentenze-parole-e-frasi-veneziane-arricchita-dalcuni-esempi-ed-istorielle-it

Mestre viene descritta in qualche riga del suo “diario”, che segnalò a più riprese nei suoi libri anche un cultore delle tradizioni mestrine e veneziane come Giuseppe Calò. Ecco come la vedeva a metà ‘700 Zorzi Muazzo:

Mestre zè una terra con podesteria (1), siè mia (2) lontan da de qua, la qual d’una stalla de porchi, e d’una pozzanghera che la zè, la zè deventada in tempo dell’autunno un versaglies (3), per el gran concorso de nobiltà che là e in quei contorni se ferma a villeggiàr. L’à la giesa dedicada a S.Lorenzo e ogni venere zè marcà; e fra le osterie ghe zè l’osterìa dei quatro Cantoni che butta sora el Terraggio.

(1) governata da un Podestà nominato dal governo della Repubblica di Venezia; (2) miglia; (3) Versailles, residenza reale francese

 

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