I bastioni di via Torino, pista da cross cittadina per due generazioni
Lucio Held abitava dietro Corso del Popolo. Da casa sua raggiungere la fine di Via Torino non era difficile. Un chilometro o poco più di pedalate. Pedalare, di sicuro, all’andata. Del ritorno in sella non vi era certezza, dai Bastioni.
Sono sue le uniche due foto reperibili in rete con protagonisti immortalati nelle evoluzioni in sella a biciclette e motorini. Immagini ingiallite e sfuocate, che alimentano una sorta di leggenda metropolitana su questa pista da cross, che è meglio non pensare quali nefandezze tossiche nascondesse nel sottosuolo. Costruita, sembrava, solo per far saltare come in nessun altro luogo cittadino era possibile. Stiamo parlando degli anni fra la metà degli anni ’60 e quella degli anni ’70. La sede del Gazzettino, tanto per avere un riferimento, fu inaugurata nel 1977.
Una premessa: era una via Torino molto differente rispetto al quasi elegante boulevard nel quale è stato trasformato di recente, in vista dell’apertura della sede universitaria. In pratica le case finivano all’altezza di quella via che da qualche anno è stata intitolata a Padre Kolbe. Quello a sinistra sono io, a destra un gruppo di amici di Lucio Held. Entrambe scattate poco dopo la metà dei ’60. Quando oltre al Mercato Ortofrutticolo ed al Macello ben poche costruzioni esistevano.
Alla penna di Massimo Massarenti, il più grande collezionista di foto e stampe della città, la descrizione di come fossero i bastioni affidata al suo blog, al link http://mestrecomune.blogspot.it/2012/04/via-torino-verso-i-campi.html
Raggiungibile attraverso un breve viottolino, si presentava come una catena montuosa in miniatura; Colline di terra che salivano per diversi metri e che alternandosi l’una con l’altra erano un’unica pista da cross per le biciclette, tutto intorno un canale marroncino poco profondo delimitava il perimetro. proprio questo gioco tanto esercitato in quel luogo, creava dei solchi chiari lungo tutti i percorsi possibili, attraversando, salendo e discendendo in mezzo all’erba che copriva tutta l’area. Buttarsi in quelle discese era davvero molto emozionante che il cuore batteva davvero forte (forse perché la salita a piedi con la bici al fianco toglieva il fiato). Il fosso tutto attorno rilelava, qualche volta resti di biciclette che affioravano dall’acqua. Non vi erano le mountain bike, allora, e le discese ognuno le affrontava con il mezzo che disponeva, senza grandi disponibilità scelta. Una sorta di jumping su ruote, con il cuore in gola e l’adrenalina ai massimi livelli.
Adrenalina che si trova nei ricordi, spesso simili l’un l’altro, postati nel gruppo Facebook Quelli dell’Aleardi da chi ha voluto commentare le foto di Lucio. Che io per primo ho definito Un Flash! Il link per chi può accedere alla visione del gruppo è https://www.facebook.com/groups/34933413275
Andrea Vaona alla fine di via torino c’era una campetto da motocross
Michele Sorato I BASTIONI di via Torino ! Con la “Roma Sport” su e giu’ a rovinarsi le ginocchia ….
Monica Held e non solo le ginocchia
Giorgio Filippi I bastioni con bici da cross, Graziella motorini…. Valeva tutto….
Massimo Lenza Ricordo come se fosse oggi che andavamo a giocare a calcio in fondo a via torino. c’erano solo campi! Ai bastioni andavanmo a saltare con le biciclette. ho spezzato in 2 una graziella una volta sulla montagnola centrale!
Roberto Carrara mamma mia che ricordi…!!quanti salti con le bici…i bastioniiiiiiii..
Dario Venezia E si propio li ci lasciai la bici in due pezzi e sangue sui senoci
Roberto Ruocco e brose sui gomi nò ????
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